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giovedì, novembre 30, 2006

#DISCRIMINARE È UN DIRITTO

Acquistereste qualcosa che non volete? Offrireste il vostro lavoro, la vostra abilità o il vostro denaro per qualcosa che non avete scelto? Spendereste del tempo con qualcuno che non vorreste o non vi piacerebbe conoscere?
Se avete risposto “no” a tutte le domande, allora siete a favore della discriminazione. Discriminare significa fare delle valutazioni, dare dei giudizi, fare distinzioni ed agire conseguentemente a tali scelte. Il diritto di discriminare - di scegliere quello che si accorda con i nostri valori - è un diritto fondamentale. Esso rappresenta la base per scegliere come impiegare il nostro tempo, il nostro capitale e la nostra proprietà, ed è anche ciò che sottende al diritto alla libertà di associazione.

Proprio come abbiamo il diritto di non comperare un bene in un negozio, allo stesso modo il negoziante ha diritto di non venderci la sua merce, se lo ritiene opportuno.
C’è chi rifiuta di bere Pepsi e c’è chi affigge nel proprio ristorante targhe tipo “Si richiede un abbigliamento decoroso”. Sarebbe ingiusto infilare un tubo in gola ad uno che si rifiuta di bere Pepsi per ingozzarlo con l’odiata cola, come sarebbe ingiusto imporre a Gualtiero Marchesi di servire persone che entrano nel suo locale in canottiera ed infradito.
Dunque, dov’è la giustizia nell’imporre a qualcuno di assumere nella propria impresa persone non volute? Se un datore di lavoro non intende assumere persone perchè nere, bianche, femmine, gay, musulmane o zoroastriane, ha il diritto di farlo. Assumere una persona significa acquistarne tempo, manodopera e intelletto, ma se abbiamo detto che si ha il diritto di acquistare solo ciò che si vuole, allora dov’è la differenza tra acquistare un bene non voluto ed assumere una persona non desiderata? Nessuna.
Ovviamente qui non si fa apologia del razzismo, del sessismo o dell’intolleranza religiosa, atteggiamenti che personalmente trovo non solo idioti, ma spesso antieconomici. Soprattutto queste sono tutte questioni che si possono risolvere con la libertà di contrattazione. Il mio intento è solo quello di ribadire che ognuno ha diritto ad operare le proprie scelte ed il dovere di assumersi la responsabilità delle conseguenze che queste comportano (se impedisco ai magrebini di entrare nel mio negozio che si trova in una quartiere ad alta densità di immigrati, poi non posso lamentarmi se gli affari vanno male).
Essere contrari a questo principio significa essere favorevoli all’associazione forzata e l’associazione forzata tra individui assomiglia molto alla prigione. Un’immagine, quest’ultima, che decisamente non si abbina a quella della tolleranza e della fratellanza universale con cui gli “antidsicriminatori” di professione amano riempirsi la bocca.

9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

In linea di principio, sono d'accordo con te e postillo: la democrazia non si impone. In fondo, si è liberi anche di essere razzisti: finché si rimane nelle (condivise?)regole di convivenza.

11:13 AM  
Blogger H.I.M. said...

Il giorno in cui vedrai elogiare la democrazia in questo blog, sappi che sarai autorizzato ad abbattermi come un cavallo zoppo. ;)

11:50 AM  
Blogger pietro said...

Il problema non è la discriminazione per libera scelta.
La cosa orribile è quella imposta per legge, come poteva essere nel sudafrica un tempo o nell'Italia fascista.
E anche nel Italia attuale ci sono idioti ( Lega Nord ) che vogliono leggi che disciminino le persone in base a loro fisime personali.

7:34 PM  
Blogger H.I.M. said...

E' la contraddittorietà delle leggi positiviste ad essere criticata: una legge che vieta la libera scelta è altrettanto odiosa di una che impone scelte arbitrarie.

2:15 PM  
Blogger Orso von Hobantal said...

In un questionario di ricerca psicologica (anonimo) che ho compilato ultimamente c'era tutta una lista di comportamenti socialmente riprovevoli. tra questi: ben occultato: "[è accettabile] rifiutare un impiego lavorativo ad un tossicodipendente". Da 1 a 5, dove uno è "profondamente in dissaccordo" e 5 "assolutamente d'accordo" ho piazzato un bel 5.

Essere pezzi di merda è un diritto, ed in q questo caso un diritto inalienabile. Hai fatto bene a ricordarcelo.

12:13 AM  
Blogger pietro said...

Un differenza tra le leggi che vietano alcuni comportamenti e le leggi che li impongono c'è
Una legge che vieta alcuni comportamenti, per quanto illiberale lascia margini di comportamento molto piu ampi.
E anche se dal punto di vista teorico è altrettanto criticabile, dal punto di vista concreto è preferibile.
E tutti noi viviamo in un mondo erale, non in un mondo teorico.

8:31 PM  
Blogger H.I.M. said...

Boaro, nello studio dove lavoravo prima, un collega è stato licenziato perchè notoriamente dedito all'uso di coca e la motivazione è stata chiarita senza mezzi termini: ti fai e qui non sei gradito. Ho ritrovato mesi dopo l'ex collega che diceva di aver smesso. Può essere che abbia detto una minchiata, ma può essere anche no, io gli ho creduto. In quel caso la discriminazione è servita perchè forse ha insegnato al soggetto in questione a responsabilizzarsi.

Pietro, la tua equazione non mi torna: se si imponesse per legge di applicare criteri razzisti nella scelta del personale, ma si lasciasse una sostanziale libertà in altri ambiti, avremmo una società più libera rispetto ad una dove è vietato discriminare per razza, sesso e religione, dove esistono quote rosa, nere, arcobaleno, dove ogni tot di dipendenti sei obbligato ad assumerne uno con problemi psicofisici e dove se ti fa vomitare il puzzo di curry che sprigionano le fauci di certi immigrati sei costretto a sorbirtelo ché se no sei xenofobo. Dipende insomma da quali e quante leggi discriminatorie vengono applicate. Io però non inquadro la questione in chiave utilitarista, dico semplicemente che scegliere è un mio diritto, fare scelte sbagliate anche. E soprattutto che non è a colpi di legge che si forma una coscienza civica, qualunque cosa quest'affermazione voglia significare.

Ciao.

9:15 AM  
Blogger pietro said...

HIM nel tuo commento parli di imporre quote e obbligare ad assumere. io se leggi bene ho detto che un divieto specifico è meno pesante da sopportare di una serie di obblighi.
Per fare come tu dici un equazione, penso che una società in cui tutto cio che non è esplicitamente vietato è di conseguenza permesso, è piu libera di una società di sterco come l'attuale società italiana in cui tutto cio che non è esplicitamente permesso è vietato.
E questo lo diceva anche un tale che si chiama Antonio Martino, non so se lo conosci.....
Esempio pratico, sono proprietario di una fetta di terreno edificabile su cui potrei costruire un box per l'auto, strani regolamenti regionali e comunali ( amministrazioni da sempre di centrodestra si noti bene ) me lo rendono quasi impossibile, questo senza infrangere nessun divieto, semplicemente nel mio caso tutti gli obblighi da rispettare non lasciano nessuna possibilità libera, comunque il comune pretende che sul terreno io paghi l'ICI come terreno edificabile.
In Francia per casi del genere ci sono divieti specifici che poi lasciano libertà totale di azione, e comunque chiunque può iniziare un lavoro, se infrange qualche legge arrivano le ruspe e radono al suolo.
Insomma gli obblighi sono preventivi e bloccano l'azione, i divieti puniscono ex-post le azioni scorrette e quindi sono piuùefficenti.
Salvo che in Italia la enorme quantità di leggi, al cui aumento il centrodestra ha dato il suo contributo, diventano quasi impossibili da rispettare, e i furbi la passano sempre liscia.

10:19 AM  
Blogger H.I.M. said...

Pietro, vedo che insisti sul centrodestra, ma io non ho mai pensato che il centrodestra sia liberale: per inciso, io non voto. Ammetto tuttavia di avere un pregiudizio positivo su personaggi come Martino anche se puntualmente smentito dai fatti che non seguono mai alle parole.
Per quanto riguarda l'oggetto della discussione:
ripeto che non è in chiave utilitaristica che dovrebbe essere inquadrato il problema. Io contesto l'arroganza di un principio che di fatto limita la mia libertà di scelta, a prescindere dalle conseguenze di tale libertà.

11:31 AM  

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