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martedì, novembre 21, 2006

#MANIFESTO LIBERTARIO


Sul sito Libertari.Org è possibile scaricare il manifesto del Movimento Libertario - Proprietà e Libertà.

Inutile dire che lo sottoscrivo interamente senza la minima esitazione ed invito tutti i libertari a cui non sfiora nemmeno l'idea di entrare in una cabina elettorale a fare lo stesso. Beh, anche gli altri possono sottoscriverlo, magari la smettono di perdere tempo a scarabocchiare inutili cartacce. :D
(A dire la verità non c'è nulla da sottoscrivere, diciamo che è possibile aderire idealmente).


NÉ A DESTRA, NÉ A SINISTRA LOTTA ANTISTATALISTA!

7 Comments:

Blogger H.I.M. said...

Condivido ogni parola di quel manifesto, aggiungerei dell'altro, ma va bene così. Tuttavia, io non ho inni da intonare o bandierine e rametti da brandire. Quando avrò motivo per essere in disaccordo coi Libertari di Proprietà e Libertà magari mi premurerò di comunicartelo, per ora faccio campagna per l'astensionismo. Quindi, temo tu abbia sbagliato post.


Ciao.

9:03 PM  
Blogger H.I.M. said...

Mi pare che qui, quello che si prende fin troppo sul serio sia tu. Non ti piacciono i Libertari? Ignorali.

Passo e chiudo.

9:07 AM  
Blogger Libertyfirst said...

E' anche vero che, finchè movimenti del genere o similari saranno insignificanti (e sarà così molto a lungo), i problemi politici continueranno ad aumentare.

Sull'astensionismo c'era un interessante post di Stefan Karlsson (stefanmikarlsson.blogspot.com, credo) sulle elezioni americane recenti.

Fondamentalmente le tesi erano tre:

1. Votare non serve a nulla, se lo scopo è cambiare in meglio la situazione;

2. Votare un piccolo partito con principi seri può essere utile anche se non ha possibilità di vittoria, per fini di pubblicità e diffusione;

3. Non votare non è un "gesto" utile, perchè si viene confusi con chiunque non voti per disinteresse, ignoranza o estremismi totalitari.

Il risultato è che, secondo me, bisogna provarle tutte, dentro e fuori le istituzioni, per farsi pubblicità; occorre focalizzare l'attenzione su un movimento, per avere più visibilità; bisogna proporre piccole riforme realistiche che chiariscano i principi senza sembrare utopistiche.

10:51 AM  
Blogger H.I.M. said...

concordo coi primi due punti, anche se, come osservava intelligentemente Simone Weil, la natura stessa dei partiti, grandi o piccoli che siano, li porta a disinteressarsi sempre più delle "cause" e a preccuparsi maggiormente del mantenimento del potere, il quale, com'è noto, talvolta per essere consolidato necessita di repentine inversioni di rotta ideologica e programmatica.

Il non voto è certo poco utile ai fini del "cambiamento", meno che meno è utile a chi non vota, anzi si può dire che uno che si astiene perde sempre. Ma se siamo d'accordo che neanche votare serve a cambiare, perlomeno sottrarre legittimazione alla politica può rivelarsi un buon sistema per tentare di ridurne il potere. Il mio astensionismo si inserisce in questa prospettiva, se poi mi confondono con i qualunquisti e gli ignoranti me ne farò una ragione.

12:41 PM  
Blogger Libertyfirst said...

E' il solito paradosso del prigioniero: se nessuno votasse sarebbe meglio, ma chi non vota, se rimane solo, perde...

Purtroppo neanche astensionismi del 50% (USA) riescono a convincere i politici che non rappresentano nessuno e che la democrazia è tanto ridicola quanto il diritto divino dei Re.

1:55 PM  
Blogger H.I.M. said...

Hai ragione, ma come sostenevi nel primo commento, la questione centrale è la diffusione delle idee; io non credo più che i mezzi politici, per la loro stessa natura, possano essere d'aiuto alla diffusione delle idee libertarie. Può essere che mi sbagli, ma finora non ho avuto smentite. In USA poi, il voto clienteare incide molto meno che da noi, quindi quel 50% di votanti è composto in buona parte da persone realmente motivate. E comunque, malgrado le involuzioni stataliste delle recenti amministrazioni, le idee libertarie tutto sommato sono più radicate che da noi anche fuori dalla stretta cerchia di libertarians dichiarati, quindi possibilità di nuove erosioni dell'assetto democratico sono abbastanza realistiche.

2:50 PM  
Blogger Orso von Hobantal said...

Condivido le istanze di LF. Presso i sociologi (marxisti :D) una bassa astensione è addirittura un segno di eccessivo (eccessivo alla Gailbreth) benessere. Quando la gente non capisce un cazzo.

12:18 AM  

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