#MA CHE BEL GIAVAZZI
Un membro del newsgroup anarchico a cui sono iscritto ha rivolto la seguente domanda al prof. Giavazzi:
Egregio prof. Giavazzi,
qualche sera fa mi è capitato di vederla ospite alla puntata di "Infedele" condotta da Gad Lerner.
In particolare, ha colpito la mia curiosità un suo intervento nel quale sosteneva che chiunque sappia guidare ed abbia gomme buone deve poter ottenere la licenza per poter svolgere un servizio di taxi. Così, ha aggiunto, il compito dello stato dovrebbe essere solo quello di controllare che il beneficiario della licenza abbia questi requisiti minimi di qualità.
Ora, io mi sono chiesto e le chiedo se ogni funzione di controllo di qualità, compresi i requisiti minimi anzidetti, non potrebbero essere svolti più efficientemente dal mercato stesso piuttosto che dallo stato.
Qualche minuto dopo questo suo intervento lei ha infatti accennato all'efficienza che libere associazioni di professionisti potrebbero avere nel garantire la qualità dei propri associati.
Ma queste libere associazioni non potrebbero meglio svolgere qualsiasi controllo di qualità oggi affidato allo stato?
Mi spiego meglio con un esempio.
Se lo stato deve controllare la presenza di requisiti minimi di qualità, significa che vi saranno dei burocrati dotati di un certo potere discrezionale e che quindi avranno il potere di concedere o meno le licenze in base a propri giudizi che potrebbero essere influenzati, ad esempio, anche da fattori diversi dalla qualità in sè (volendo pensare al peggio anche corruzione, scambi di favori, clientelismo). In altre parole, non essendo il rilascio delle licenze completamente automatico, rimarrebbe un certo potere discrezionale in mano al burocrate di turno, mentre l'aspirante tassista potrebbe avere l'interesse ad ottenere la licenza con sotterfuggi atti ad evitargli controlli seri, magari anche corrompendo il burocrate.
Se invece il rilascio delle licenze fosse automatico (ovvero sarebbero aboliti il valore legale e l'obbligo delle licenze) l'utenza potrebbe valutare la qualità del tassista in base alla sua appartenenza a libere associazioni che la garantissero. In questo caso, i tassisti avrebbero tutto l'interesse ad entrare in un'associazione solo se questa garantisse un certo prestigio presso l'utenza, ovvero se controllasse la vera qualità dei propri associati. Questo perchè le libere associazioni, al contrario dei burocrati, sarebbero chiamate a rispondere direttamente al mercato. Se, infatti, ad esempio, un associato dimostrasse di non sapere guidare o di avere le gomme liscie, agli occhi dell'utenza ne risentirebbe il prestigio di tutta l'associazione, con conseguente danno economico per tutti gli associati i quali preferirebbero quindi sottoporsi a controlli più seri in un'altra associazione più prestigiosa.
Spero di non averla annoiata e le porgo i miei più cordiali saluti.
xxxx xxxxxxx
La risposta del professore
Lei e' ancor piu' liberista di me. confesso di esser affascinato dall'idea di togliere di mezzo anche il controllo di qualita' pubblico. Non credo accada in nessuna parte del mondo, ma questo non e' un buon motivo.
fg
Anarcocapitalisti in nuce di tutto il mondo, unitevi (e fatevi sentire).
Egregio prof. Giavazzi,
qualche sera fa mi è capitato di vederla ospite alla puntata di "Infedele" condotta da Gad Lerner.
In particolare, ha colpito la mia curiosità un suo intervento nel quale sosteneva che chiunque sappia guidare ed abbia gomme buone deve poter ottenere la licenza per poter svolgere un servizio di taxi. Così, ha aggiunto, il compito dello stato dovrebbe essere solo quello di controllare che il beneficiario della licenza abbia questi requisiti minimi di qualità.
Ora, io mi sono chiesto e le chiedo se ogni funzione di controllo di qualità, compresi i requisiti minimi anzidetti, non potrebbero essere svolti più efficientemente dal mercato stesso piuttosto che dallo stato.
Qualche minuto dopo questo suo intervento lei ha infatti accennato all'efficienza che libere associazioni di professionisti potrebbero avere nel garantire la qualità dei propri associati.
Ma queste libere associazioni non potrebbero meglio svolgere qualsiasi controllo di qualità oggi affidato allo stato?
Mi spiego meglio con un esempio.
Se lo stato deve controllare la presenza di requisiti minimi di qualità, significa che vi saranno dei burocrati dotati di un certo potere discrezionale e che quindi avranno il potere di concedere o meno le licenze in base a propri giudizi che potrebbero essere influenzati, ad esempio, anche da fattori diversi dalla qualità in sè (volendo pensare al peggio anche corruzione, scambi di favori, clientelismo). In altre parole, non essendo il rilascio delle licenze completamente automatico, rimarrebbe un certo potere discrezionale in mano al burocrate di turno, mentre l'aspirante tassista potrebbe avere l'interesse ad ottenere la licenza con sotterfuggi atti ad evitargli controlli seri, magari anche corrompendo il burocrate.
Se invece il rilascio delle licenze fosse automatico (ovvero sarebbero aboliti il valore legale e l'obbligo delle licenze) l'utenza potrebbe valutare la qualità del tassista in base alla sua appartenenza a libere associazioni che la garantissero. In questo caso, i tassisti avrebbero tutto l'interesse ad entrare in un'associazione solo se questa garantisse un certo prestigio presso l'utenza, ovvero se controllasse la vera qualità dei propri associati. Questo perchè le libere associazioni, al contrario dei burocrati, sarebbero chiamate a rispondere direttamente al mercato. Se, infatti, ad esempio, un associato dimostrasse di non sapere guidare o di avere le gomme liscie, agli occhi dell'utenza ne risentirebbe il prestigio di tutta l'associazione, con conseguente danno economico per tutti gli associati i quali preferirebbero quindi sottoporsi a controlli più seri in un'altra associazione più prestigiosa.
Spero di non averla annoiata e le porgo i miei più cordiali saluti.
xxxx xxxxxxx
La risposta del professore
Lei e' ancor piu' liberista di me. confesso di esser affascinato dall'idea di togliere di mezzo anche il controllo di qualita' pubblico. Non credo accada in nessuna parte del mondo, ma questo non e' un buon motivo.
fg
Anarcocapitalisti in nuce di tutto il mondo, unitevi (e fatevi sentire).
7 Comments:
Giavazzi... se non fosse ancora convinto, nonostante l'età, di poter fare qualcosa di buono impegnandosi in politica*, magari sarebbe un libertarian...
* Ma quante persone ancora ci credono? :-D
Proprio così, la contiguità con la sinistra e i puntuali redarguimenti di Io, Mio, Pio, Dio Eugenio Sclafari, come direbbe Mercenaro, a cui il prof sembra dare fin troppo ascolto, hanno oramai definitivamente disinnescato il suo potenziale libertario.
Per rispondere alla tua domanda: TROPPE.
Non capisco come sia possibile credere allo Stato Sociale e non credere a Babbo Natale... il secondo, se esiste, può ricorrere alla magia per fare regali. In assenza di magia, il primo non può che creare illusioni, cioè buchi di bilancio.
:D
Forse lo avevo già accennato, ma francamente trovo psicologicamente più comprensibile chi sostiene lo stato sociale forte di chi pensa di ridurre lo stato, con lo stato. Questa è la vera illusione, la prima è solo un sogno destinato a finire implodendo su se stesso, lo stato minimo invece è un miraggio che dura anche da svegli. :(
Ciao.
Visto la risposta che G. ha dato il newsgroup potrebbe fare una colletta e regalare al professore The Machinery of Freedom ché poi, con la risonanza mediatica che G. ha ci guadagneremmo tutti.
Non male l'idea :)
vorrei sperare, però, che il prof abbia già provveduto a leggerlo.
Ciao.
ed allora andiamo a prendergli la collezione degli scritti di Rothbard e von Mises al Mises Institute :)
Posta un commento
<< Home