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martedì, marzo 20, 2007

#ANTIAUTORITARISMO

Un’obiezione frequente che gli anarchici classici muovono all’anarchia di mercato è la seguente: i market-anarchists rifiutano soltanto lo stato e non le altre forme di autorità come la religione e l’autorità delle agenzie private di difesa. Essi sono pertanto anarchici buoni forse come “definizione da vocabolario”, ma non possono avere la pretesa di inserirsi nella tradizione del movimento anarchico. Della tradizione anarchica, detto inter nos, me ne frego bellamente. Del resto, che io non abbia nulla a che spartire con Sacco e Vanzetti, con Jules Bonnot o con Nestor Makhno è poco, ma sicuro. Quanto alle definizioni da vocabolario, magari su questo sono già più sensibile: le parole sono importanti, fondamentali, ed il giorno in cui perderanno il loro significato, gli uomini perderanno la loro libertà, tanto per citare Lao-Tzu.

Dice Bakunin:

[...] Respingo forse ogni autorità? Lungi da me questo pensiero.
Allorché si tratta di stivali, ricorro all’autorità del calzolaio;
se si tratta di una casa, di un canale o di una ferrovia, consulto
quella dell’architetto o dell’ingegnere. Per ogni scienza
particolare mi rivolgo a chi ne è cultore. Ma non mi lascio
imporre né il calzolaio, né l’architetto, né il sapiente. Li ascolto
liberamente e con tutto il rispetto che meritano le loro intelligenze,
il loro carattere, il loro sapere, riservandomi nondimeno
il mio diritto incontestabile di critica e di controllo. Non mi
accontento di consultare una sola autorità specializzata, ma ne
consulto parecchie; confronto le loro opinioni e scelgo quella
che mi pare la più giusta. Ma non riconosco alcuna autorità
infallibile, neppure per le questioni del tutto specialistiche; di
conseguenza, per quanto rispetto possa avere per l’onestà e la
sincerità del tale o del tal altro individuo, non ho fede assoluta
in alcuno. Una fede simile sarebbe fatale per la mia ragione, per
la mia libertà e per lo stesso buon risultato delle mie iniziative;
essa mi trasformerebbe immediatamente in uno stupido schiavo,
in uno strumento della volontà e degli interessi altrui.[…]



Sostituendo le parole “calzolaio”, “architetto” ed “ingegnere” con “arbitro”, “guardia” e “consulente” si giunge agli argomenti classici descritti ovunque nella letteratura dell’anarchia di mercato. Stando così le cose, gli anarchici di ogni tipo dovrebbero convenire sul fatto che l’autorità, fatto salvo il caso in cui si tratti di autorità imposta, non è necessariamente ed intrinsecamente condannabile.

Gli anarchici, da Bakunin a Rothbard, riconoscono che ci saranno sempre delle differenze tra le persone e quindi dovrebbero considerare tali differenze come un'opportunità in più di sviluppo delle idee anarchiche, piuttosto che impegnarsi a distruggere queste diversità. In questo senso, la teoria politica dell’anarchia di mercato è anti-autoritaria proprio come pretende di esserlo l’anarco-sindacalismo di Bakunin, nonostante alcuni market-anarchists abbraccino il concetto di “élites naturali”.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

2:21 AM  

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