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venerdì, luglio 27, 2007

#LYSANDER SPOONER, MAESTRO DI VITA


Cercando fra i libri arretrati qualcosa da leggere in vacanza, mi è capitato tra le mani "I vizi non sono crimini" di Spooner. L'ho letto, ma qualcosa mi ha indotto a sfogliarlo ugualmente e a prendere in considerazione l'idea di rileggerlo lassù sulle montagne. Ho ritrovato questo passaggio che reputo molto educativo, soprattutto per me stesso, giovane padre alle prese con l'educazione di un bimbo di 4 anni:

In ultima analisi, sulla questione della libertà individuale: Ogni uomo deve necessariamente giudicare e decidere per sé riguardo ciò che conduce e occorre al proprio benessere e ciò che invece è dannoso, poiché, se manca di svolgere questo compito per sé, nessun altro può farlo per lui. E nessun altro cercherà mai di farlo, tranne in pochissimi casi. I papi, i preti e i re lo faranno, in alcuni casi, se verrà loro concesso. Ma, in generale, lo faranno solo se potranno così provvedere ai propri vizi e ai propri crimini. E lo faranno, in generale, solo nella misura in cui possono fare di un uomo il proprio buffone e il proprio schiavo. Anche i genitori, senza dubbio con motivazioni migliori dei precedenti, troppo spesso cercano di fare la stessa cosa. Però, esercitando la coercizione o impedendo ad un bambino di fare qualcosa ce non è realmente e gravemente pericoloso per lui, essi gli faranno del male piuttosto che del bene. È una legge della Natura che, per ottenere la conoscenza e incamerarla, ogni individuo debba ottenerla da solo. Nessuno, neanche i suoi genitori, possono spiegargli la natura del fuoco in modo tale da fargliela davvero conosce. Egli deve sperimentarla da solo, ed esserne bruciato, prima di conoscerla.
La Natura sa, mille volte meglio di qualsiasi genitore, ciò a cui è destinato ogni individuo, di quale conoscenza esso ha bisogno e come deve ottenerla. Essa sa che i suoi processi per comunicare quella conoscenza sono non soltanto i migliori, ma gli unici che possano essere efficaci.
I tentativi dei genitori di rendere virtuosi i propri figli sono in genere poco più che tentativi i tenerli all’oscuro del vizio. Sono poco più che tentativi di insegnare ai propri figli a conoscere e preferire la verità tenendoli all’oscuro della falsità. Sono poco più che tentativi di far loro cercare ed apprezzare la salute tenendoli all’oscuro della malattia, e di tutto ciò che causa la malattia.
Sono poco più che tentativi di far amare ai propri figli la luce tenendoli nell’ignoranza del buio. In breve, sono poco più che tentativi di rendere i propri figli felici tenendoli all’oscuro di tutto ciò che causa loro infelicità.
Fin dove i genitori possono davvero aiutare i propri figli nella ricerca della felicità, semplicemente offrendo i risultati della propria ragione ed esperienza, tutto va bene, ed è un dovere naturale e giusto. Esercitare, però, la coercizione in questioni nelle quali i figli sono ragionevolmente capaci di giudicare da sé è solo un tentativo di mantenerli nell’ignoranza. E questa è una tirannia e una violazione del diritto dei figli di acquisire da soli la conoscenza - proprio quella conoscenza che essi desiderano – esattamente come lo è la coercizione esercitata nei confronti delle persone adulte. Tale coercizione, esercitata sui figli, è una negazione del loro diritto di sviluppare le facoltà di cui la Natura li ha dotati, e di essere ciò che la Natura li ha destinati ad essere. È una negazione del loro diritto a se stessi e all’uso delle proprie capacità. È una negazione del diritto di acquisire la più preziosa di tutte le conoscenze, vale a dire la conoscenza che la Natura, la grande maestra, è disposta a impartire loro.
Il risultato di tale coercizione non è rendere i figli saggi o virtuosi, ma renderli ignoranti, e di conseguenza deboli e viziosi, e perpetrare attraverso di loro, di epoca in epoca, l’ignoranza, le superstizioni, i vizi e i crimini dei genitori. Ciò è testimoniato da ogni pagina della storia del mondo.
Quelli che sostengono opinioni contrarie a queste sono coloro a cui i propri sistemi teologici falsi e viziosi o le proprie viziose idee generali hanno insegnato che gli uomini sono propensi al male piuttosto che al bene, al falso piuttosto che al vero; che gli uomini non volgono naturalmente gli occhi alla luce; che amano l’oscurità piuttosto che la luce, e che trovano la propria felicità soltanto in quelle cose che tendono alla propria rovina.