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sabato, luglio 28, 2007

#SI FA PER DIRE...

... ma la proprietà intellettuale uccide.

#TROUBLES

Ho combinato un casino col template. Rimetterò tutto in ordina al più presto.

venerdì, luglio 27, 2007

#LYSANDER SPOONER, MAESTRO DI VITA


Cercando fra i libri arretrati qualcosa da leggere in vacanza, mi è capitato tra le mani "I vizi non sono crimini" di Spooner. L'ho letto, ma qualcosa mi ha indotto a sfogliarlo ugualmente e a prendere in considerazione l'idea di rileggerlo lassù sulle montagne. Ho ritrovato questo passaggio che reputo molto educativo, soprattutto per me stesso, giovane padre alle prese con l'educazione di un bimbo di 4 anni:

In ultima analisi, sulla questione della libertà individuale: Ogni uomo deve necessariamente giudicare e decidere per sé riguardo ciò che conduce e occorre al proprio benessere e ciò che invece è dannoso, poiché, se manca di svolgere questo compito per sé, nessun altro può farlo per lui. E nessun altro cercherà mai di farlo, tranne in pochissimi casi. I papi, i preti e i re lo faranno, in alcuni casi, se verrà loro concesso. Ma, in generale, lo faranno solo se potranno così provvedere ai propri vizi e ai propri crimini. E lo faranno, in generale, solo nella misura in cui possono fare di un uomo il proprio buffone e il proprio schiavo. Anche i genitori, senza dubbio con motivazioni migliori dei precedenti, troppo spesso cercano di fare la stessa cosa. Però, esercitando la coercizione o impedendo ad un bambino di fare qualcosa ce non è realmente e gravemente pericoloso per lui, essi gli faranno del male piuttosto che del bene. È una legge della Natura che, per ottenere la conoscenza e incamerarla, ogni individuo debba ottenerla da solo. Nessuno, neanche i suoi genitori, possono spiegargli la natura del fuoco in modo tale da fargliela davvero conosce. Egli deve sperimentarla da solo, ed esserne bruciato, prima di conoscerla.
La Natura sa, mille volte meglio di qualsiasi genitore, ciò a cui è destinato ogni individuo, di quale conoscenza esso ha bisogno e come deve ottenerla. Essa sa che i suoi processi per comunicare quella conoscenza sono non soltanto i migliori, ma gli unici che possano essere efficaci.
I tentativi dei genitori di rendere virtuosi i propri figli sono in genere poco più che tentativi i tenerli all’oscuro del vizio. Sono poco più che tentativi di insegnare ai propri figli a conoscere e preferire la verità tenendoli all’oscuro della falsità. Sono poco più che tentativi di far loro cercare ed apprezzare la salute tenendoli all’oscuro della malattia, e di tutto ciò che causa la malattia.
Sono poco più che tentativi di far amare ai propri figli la luce tenendoli nell’ignoranza del buio. In breve, sono poco più che tentativi di rendere i propri figli felici tenendoli all’oscuro di tutto ciò che causa loro infelicità.
Fin dove i genitori possono davvero aiutare i propri figli nella ricerca della felicità, semplicemente offrendo i risultati della propria ragione ed esperienza, tutto va bene, ed è un dovere naturale e giusto. Esercitare, però, la coercizione in questioni nelle quali i figli sono ragionevolmente capaci di giudicare da sé è solo un tentativo di mantenerli nell’ignoranza. E questa è una tirannia e una violazione del diritto dei figli di acquisire da soli la conoscenza - proprio quella conoscenza che essi desiderano – esattamente come lo è la coercizione esercitata nei confronti delle persone adulte. Tale coercizione, esercitata sui figli, è una negazione del loro diritto di sviluppare le facoltà di cui la Natura li ha dotati, e di essere ciò che la Natura li ha destinati ad essere. È una negazione del loro diritto a se stessi e all’uso delle proprie capacità. È una negazione del diritto di acquisire la più preziosa di tutte le conoscenze, vale a dire la conoscenza che la Natura, la grande maestra, è disposta a impartire loro.
Il risultato di tale coercizione non è rendere i figli saggi o virtuosi, ma renderli ignoranti, e di conseguenza deboli e viziosi, e perpetrare attraverso di loro, di epoca in epoca, l’ignoranza, le superstizioni, i vizi e i crimini dei genitori. Ciò è testimoniato da ogni pagina della storia del mondo.
Quelli che sostengono opinioni contrarie a queste sono coloro a cui i propri sistemi teologici falsi e viziosi o le proprie viziose idee generali hanno insegnato che gli uomini sono propensi al male piuttosto che al bene, al falso piuttosto che al vero; che gli uomini non volgono naturalmente gli occhi alla luce; che amano l’oscurità piuttosto che la luce, e che trovano la propria felicità soltanto in quelle cose che tendono alla propria rovina.

venerdì, luglio 20, 2007

#FESTA MESTA

Ieri era il Tax Freedom Day, ovvero il giorno in cui si finisce di lavorare per i parassiti e si comincia a poter disporre del frutto del proprio lavoro. Meditate gente, 7 mesi di lavoro per pagare le tasse sono un dato inquietante. Altro che redistribuzione della ricchezza, altro che giustizia sociale, altro che solidarietà con le classi deboli: questo è un furto bello e buono.


Fottetevi tutti PORCI CRIMINALI.

mercoledì, luglio 11, 2007

#PROPRIETÀ INTELLETTUALE E SCARSITÀ

Sentiamo cosa dice Tucker in merito alla proprietà intellettuale. No, non Benjamin R. Tucker sul cui pensiero riguardo al copyright Mingardi e Piombini hanno pubblicato un libro dall'esaustivo titolo "Copia pure". Mi riferisco a Jeffrey Tucker, il vice direttore editoriale del Mises Institute:


“Qualcuno potrebbe obiettare che proteggere la proprietà intellettuale non sia diverso da proteggere la proprietà privata in generale. Non è cosí. La proprietà privata è scarsa. La proprietà intellettuale invece non lo è, come spiega Stephan Kinsella. Immagini, idee, suoni e la disposizione dei caratteri su una pagina: questi soggetti possono essere riprodotti infinitamente. Per tale ragione non si può pensare che essi possano essere posseduti. Non consentire di fare qualcosa in un mercato libero significa usare la violenza nel tentativo di creare scarsità artificiali."

mercoledì, luglio 04, 2007

#QUANNO CE VO' CE VO'!

lunedì, luglio 02, 2007

#LA GRANDE BUFALA AMBIENTALE

Sul forum di Pol, in un thread in cui si parlava di Global Warming, ad un certo punto un utente chiede quale sarebbe la soluzione libertaria al problema. Come spesso accade in quella community si va volentieri OT, pertanto il mio tentativo di rientrare nei ranghi si è sublimato in questa risposta:

premetto di non averne una pronta all’uso [risposta al problema], come non ce l’hanno gli esperti fissati col Protocollo di Kyoto il quale, come tu stesso ammetti, al massimo può “predisporre il pensiero”. Ciò che mi distingue da loro - fra loro metto anche te, se non ti dispiace - però sono due fattori:

a) in quanto individualista metodologico non credo sia possibile predisporre il pensiero per il semplice fatto che, come scritto al post precedente, ho della società una concezione nominalistica. Società è un insieme di individui, una somma e nulla più di mentalità, attitudini, comportamenti e obiettivi differenti. La società, in quanto tale, non pensa e non agisce.

b) ritenendo l’attività antropica non responsabile del climate-change, non mi si può chiedere una soluzione fondata su questa premessa. Se la diagnosi è sbagliata con buona probabilità lo sarà anche la cura.

Non nego tuttavia vi siano alcune questioni su cui i non-libertari possono sfidarci per tentare di dipingerci come una “conventicola” priva di una filosofia coerente: “Su, intelligentoni: un’asteroide sta per colpire il pianeta, abbiamo tre giorni di tempo prima dell’impatto. Come gestisce una situazione simile la società libertaria? Eh, avanti, sentiamo…” .
Che volete che vi dica? Così, di primo acchito mi viene in mente una citazione abbastanza divertente. Non so di chi sia ma più o meno dice: “Non so come la società libertaria gestirebbe la faccenda, so solo che la gestirebbe meglio di quanto farebbe lo stato.”
Poi rifletto e mi chiedo: “Come la gestirebbe la società socialista? O quella fascista? E quella monarchica?”.

Detto questo, proverò ad essere più specifico ed inizierò accettando il fatto che il riscaldamento globale sia dovuto ad attività antropiche e che tutte le previsioni funeste con cui i mezzi di comunicazione ci terrorizzano si realizzeranno. Ciò non significa che accetti quelle premesse e quell’epilogo, ma è l’unico modo che mi viene in mente per bypassare momentaneamente la disputa su “è vero”, “no, non è vero”. Preciso però che anche se accettassi quelle premesse, riterrei l’unico approccio sensato per l’umanità nei confronti del global warming quello di adottare una filosofia fondata su principi libertari. Ed in seguito vedremo perché.

Il futuro di molte economie nazionali, dei paesi a basso tasso di sviluppo come delle restanti località costiere, ed infine dell’intero pianeta, è dipinto dagli “esperti” a tinte foschissime.
Ma i secoli venturi saranno funesti anche per gli individui liberi? Ho l’impressione che il G.W. sia molto più pericoloso per gli stati, per i politici ed i governi di quanto lo sia per gli individui, specialmente se gli individui fossero davvero liberi.

Un recente rapporto governativo USA sul riscaldamento globale preannuncia com’è da aspettarsi il consueto innalzamento del livello del mare, l’inondazione costiera, la desertificazione continentale e tutte le altre cose a cui i mezzi di comunicazione ci hanno abituato, ma prevede anche stagioni di crescita delle coltivazioni più lunghe nei climi più freddi ed una produzione di cibo meno costosa e più abbondante nelle aree che adesso sono scarsamente produttive.

Uno stralcio del rapporto:

Gli effetti della variabilità del clima ed i cambiamenti che questi rifletteranno sull’agricoltura americana dipenderanno in modo critico dai cambiamenti nella produttività agricola in altre aree i quali potrebbero determinare un mutamento nel rapporto domanda/offerta di cibo a livello internazionale. I cambiamenti indotti dal clima nei processi di produzione di energia elettrica, nei trasporti e nell’uso delle risorse d’acqua disponibili per le città e l’agricoltura potrebbero far sorgere delicate questioni diplomatiche sia con il Canada che con il Messico.


Da notare che il problema posto dalla relazione non è quello dell’umanità privata di cibo, acqua ed energia: la questione è che questi beni potrebbero essere prodotti da altrove e non più negli usa.
Insomma, il riscaldamento globale non predice la distruzione della specie umana. Si presta invece ad essere interpretato come un campanello d’allarme che esorta i politici a trovare una soluzione al possibile scenario in cui essi non potranno più contare sulla confisca della ricchezza all’interno dei rispettivi confini statuali.

Questo non per dire che il riscaldamento globale non produrrà effetti tumultuosi (sempre ammesso e non concesso che gli “esperti” abbiano ragione). Gli effetti potrebbero essere enormi e il mondo molto diverso tra 50-100 anni da come lo conosciamo oggi.
Tuttavia, gli umani sono esseri altamente capaci di adattarsi alle condizioni ambientali e, se lasciati liberi in un mercato libero, si adatteranno, guadagneranno e prospereranno abbastanza facilmente quasi in ogni circostanza.

I maggiori problemi si avranno con i governi che limiteranno o impediranno la migrazione dai luoghi meno produttivi a quelli che nel frattempo saranno diventati produttivi (e qui sarà divertente vedere l’homesteading in azione).
Come individuo, ognuno può andare dove maggiori sono le opportunità di sopravvivenza, cosa che non possono fare gli stati.
Col G.W., in buona sostanza, ci sono tante opportunità per gli individui quante sono le minacce per i governi. I problemi, infatti, sorgeranno con quei governi che vedranno il loro PIL minacciato dai cambiamenti nei processi produttivi e che vivranno nel timore che i loro flussi di reddito si interrompano. Da questi soggetti ci si può tranquillamente aspettare che siano disposti a tutto pur di arginare perdite inevitabili.

Spenderanno montagne soldi in strutture tanto imponenti quanto inutili al fine di proteggere le città costiere, ovviamente coi soldi di chi vive nell’entroterra. Decreteranno per legge forzature dei mercati con l'obiettivo di produrre ogni genere di cosa inutile determinando l’aumento dei prezzi ed infine l’uscita dal mercato di quei beni. Prenderanno “seri provvedimenti” riguardo alla libertà individuale: la libertà di movimento, la libertà negli scambi commerciali. Rimetteranno mano ad ogni genere di trattato e accordo internazionale, col il nobile intento di “riformare”, “attualizzare” “affrontare l’emergenza”: il risultato sarà che quei governi continueranno a mantenere il loro potere ed il loro reddito finché sarà possibile, a spese delle persone che in cambio otterranno il gran vantaggio di essere più limitate, costrette, coartate e soggiogate nella loro libertà. Tutto questo nel nome della “Guerra al Global Warming”.

Non c’è bisogno di essere cospirazionisti per prevedere quest’esito. Io non lo sono e i complottardi hanno sempre suscitato in me un misto di noia-tenerezza-irritazione. In fondo, non c’è nemmeno bisogno di una cospirazione affinché tutto questo accada: è solo il risultato ineluttabile del modo di operare degli stati.

Attualmente non ci sono McDonald al polo sud, ma si può scommettere che anche il polo sud, non appena diventerà comodamente abitabile, avrà le sue catene di fast-food; forse realizzate da qualcuno che un tempo le gestiva a Madrid o in California, prima che Madrid e la California diventassero deserti invivibili.
Noi, come individui, non avremo grossi problemi finché potremo contare sulla libertà per cui i libertari si sono tanto spesi. Il mercato creerebbe le opportunità e ci consentirebbe di avvantaggiarcene. Probabilmente lo farebbe prima che i politici, così lontani dalla realtà, ne prendano atto. Tutto quello che ci rimarrebbe da fare sarebbe rispettare i diritti naturali altrui e buttare a mare quei vecchi armamentari degli stati-nazione, cercando di non farci sfuggire le opportunità che ci vengono presentate. Sfortunatamente, più le cose cambiano e più rapporti degli “esperti” vengono resi pubblici, più i governi di tutto il mondo faranno quanto in loro potere per non consentirci di sopravvivere. E questa, in ultima analisi, è la vera catastrofe.